Una linea difensiva creata dall’esercito tedesco nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, che tagliava in due l’Italia passando dal Mar Tirreno alla costa adriatica.
Una linea che ha attraversato anche le Marche nella provincia di Pesaro e Urbino, disseminando ovunque bunker, campi minati e ostacoli di ogni tipo per impedire l’avanzata delle colonne corazzate dell’esercito alleato
Un confine sul quale battaglie cruente si sono succedute, battaglie che hanno lasciato sul terreno decine di migliaia di vittime sia tra le file dei due eserciti contrapposti che tra i civili, inermi vittime degli scontri, dei bombardamenti e, anche dopo il termine della guerra, delle micidiali mine anticarro e antiuomo.
Al ricordo di questo conflitto, ma soprattutto alla memoria di tutte le vittime che ha causato, è dedicato questo museo che propone un vero e proprio percorso attraverso numerosissimi reperti d’epoca tra cui spiccano, fra carri armati, divise armi ed elmetti (tutti rigorosamente originali) due monumenti, creati con pezzi di artiglieria e ruote di cingolati provenienti da mezzi di ogni nazionalità, nel simbolico tentativo di riunire idealmente quanti, in un passato non ancora troppo lontano, sono stati divisi da trincee e barricate. Un museo, insomma, che, attraverso un viaggio nella memoria, ha come scopo principale quello di spingere il visitatore alla riflessione, in un itinerario didattico dedicato soprattutto ai più giovani, perché possano comprendere meglio quanto è avvenuto e perché la testimonianza del dolore e della violenza del passato si traduca in una condanna per ogni guerra e nella speranza concreta di un futuro di pace.